In questi giorni si parla molto della Fontana di Trevi, dopo quanto accaduto alcuni giorni fa, quando un “tipo”… un “artista” … un “futurista”… (un che?….) ha colorato di rosso l’acqua della settecentesca fontana romana progettata da Nicolò Salvi, riversando nella vasca una buona quantità di anelina, per fortuna con effetti non permanenti (per fortuna?).
Il gesto è firmato: “Ftm Azione Futurista 2007”…
Una scatola contenente alcuni volantini è stata trovata al lato della Fontana di Trevi: la rivendicazione futurista2007 attacca fra l’altro la Festa del Cinema di Roma. Non a caso come obiettivo dell’azione è stata scelta la vasca d’acqua in cui Anita Ekberg si immergeva di notte sotto gli occhi di Marcello Mastroianni nella
Dolce Vita di Fellini e dove Totò si divertiva a “trufffare” i turisti ingenui offrendo loro la Fontana stessa in vendita.”I
nizia così – si legge nei volantini – per noi futuristi un nuovo millennio, una nuova adesione alle evolute tecniche e ai nuovi mezzi espressivi, interpretando un rinnovamento totale”.
Ma lo sconosciuto movimento si scaglia anche contro “società mercatocentrica”, che trascura “precari, disoccupati, anziani, malati, studenti, lavoratori” e finanzia iniziative come la Festa del Cinema descritta come “15 milioni di euro scialacquati, 2,5 milioni di euro solo per pagare il conto degli alberghi, e la chiamano festa”. Infine uno sberleffo al cinema di Roma: “Quattro cortigiane, una vecchia gallinaccia e un puffo – è scritto nel volantino – questo è il Cinema di Roma”.
Questo recente episodio che ha interessato la tanto “amata” fontana romana è divenuta una notizia che ha girato il mondo e si è aperto un ampio dibattito: il gesto del tipo è un gesto deplorevole o un gesto “artistico”?
Red passion… o red Blood?
Il Sindaco di Roma, Walter Veltroni, ha commentato dicendo che “si tratta di quel tipo di gesti a cui è estranea la cultura democratica. E’ un gesto – ha proseguito Veltroni – per far del male a una comunità, per esprimere rabbia, invidia, odio, un clima insomma che, in questo paese, dobbiamo cercare di debellare” con un’azione di “matrice democratica”.
L’atto vandalico ai danni della Fontana di Trevi, patrimonio non solo della città di Roma ma del mondo intero, è uno sfregio intollerabile che ci lascia sbigottiti” dice il capogruppo dei Verdi alla Camera Angelo Bonelli.
Il vicepresidente del Consiglio e ministro per i Beni e le Attività Culturali Francesco Rutelli ha espresso la sua “indignazione e preoccupazione per il gesto intollerabile e irresponsabile di vandalismo alla Fontana di Trevi”. “Se fosse già in vigore la legge da me presentata contro il vandalismo, contro i furti d’arte e i danni al paesaggio- sottolinea – avremmo strumenti molto più severi nei confronti di questi delinquenti”.
Di contro il segretario della Fiamma Tricolore, Luca Romagnoli, ha affermato: “E’ stato un grande atto dimostrativo, davvero ammirevole, davvero futurista. Anche perché non ha causato alcun danno permanente. Il sindaco Walter Veltroni si e’ arrabbiato per la contestazione e oggi afferma che è un gesto contrario alla cultura democratica”. E’ ovvio a nessuno piace essere criticati. Lui forse avrebbe preferito solo gli applausi per la sua festa del Cinema. Ma a Roma ci sono persone – aggiunge poi Romagnoli – che non pensano di certo al cinema, perché non hanno un lavoro stabile, sono in emergenza abitativa e non riescono ad arrivare alla fine del mese”.
Siamo estranei all’atto, non conosciamo la sigla ‘FTM Azione Futurista’ ma se si tratta di un’azione dimostrativa contro la pagliacciata della Festa del Cinema esprimiamo solidarietà a chi l’ha fatto” ha commentato Gianluca Iannone, responsabile di Casa Pound e padre spirituale del Circolo Futurista di Casal Bertone in merito all’atto vandalico. “Ci sembra una bella azione dimostrativa e quasi ci spiace non averlo fatto noi. Invece di spendere milioni di euro per una festa – ha detto ancora – avrebbero potuto costruire case, visto che a Roma c’è tanta gente che dorme per strada e nelle macchine”.
A parte i politici si sono poi pure scatenati molti “nomi importanti”…che forse per il gusto di fare i trasgressivi, che fa più effetto e personalità, a ruota libera hanno lasciato commenti del tipo: “Fontana di Trevi Rossa. Finalmente! Evviva!”, ha scritto domenica su La Stampa Ugo Nespolo,pittore e scultore della pop art, commentando il gesto dell’uomo col cappellino che ha versato nella fontana due litri di anilina.
E ancora, sempre lui, scrive: «Meglio «delle idiozie educate di un Christo» o degli «impiccatini milanesi delle boutiques cattelanesche».
«È incredibile quante e-mail mi siano arrivate in poche ore», racconta Roberto D’Agostino, l’inventore del sito Dagospia, tutte a favore del gesto d’arte. In fondo, davanti a quell’immagine della fontana rossa, anch’io ho pensato: oddio, è risorto Andy Warhol!
«Ma sì, naturalmente i bigotti si sono spaventati, perché la creatività spaventa — attacca Oliviero Toscani, mago delle provocazioni — Finalmente invece ecco una cosa fresca: che bello, che meraviglia, una fontana rossa di un rosso che non è sangue, non è violenza. Un’azione molto futuristica, non c’è dubbio. Roma che ha ancora le mestruazioni, Roma che non è in menopausa, può avere ancora bambini, è ancora fertile».
Sembra che Toscani abbia pure incontrato il “tipo”, Graziano Cecchini, il presunto autore della beffa, che proprio ieri, davanti alla Questura di Roma, più futurista che mai, dettava ai cronisti: «C’è il rosso del Red Carpet, il rosso Valentino e il rosso Ferrari. Ora c’è anche il rosso Trevi».
Red passion… or red blood? Red Trevi, of course!!!
Poi si sono scatenati pure i sociologi, i filosofi, gli scrittori, i musicisti…
«Tenuto conto che non c’è stato danno, è stata un’alzata d’ingegno, una bravata — riflette serio il sociologo Franco Ferrarotti. Ma se c’è una scintilla di genio in questo atto sta proprio nella scelta del colore: rosso vero, vermiglio, che ha richiamato tutti alla realtà sanguinosa di quest’epoca».
«Ugo Nespolo ha ragione — osserva il filosofo Gianni Vattimo — quando dice che il rosso di Trevi può essere una via d’uscita al grigiore delle nostre città. Il problema delle città oggi è di essere grigie, la gente è infelice. Per questo trovo che la fontana rossa non sia stata una cattiva idea. Il paradosso estremo, però, se volete, è che il rosso nella fontana è stato sparso da uno di destra, a quanto sembra. L’unica speranza di vedere ancora il rosso in giro, dunque, sta dall’altra parte».
Allo scrittore Fulvio Abbate (Roma, guida non conformista alla città) la Fontana Rossa è piaciuta molto: «Sul momento ho pensato che fosse un’idea del sindaco. Mi sono detto: vedrai, è stato Walter, il direttore artistico di Roma, si è inventato la cosa più straordinaria di questa seconda edizione della Festa del Cinema, quella che tutti ricorderanno».
Fascino antico, il mito che risorge: Balla, Marinetti, Boccioni, Depero. Così ora si scopre un po’ futurista perfino Ennio Morricone, il grande compositore e premio Oscar alla carriera: «Quel tizio si merita una multa, ma ha avuto davvero un’idea geniale».
E cosa dicono ii critici d’arte, gli opinionisti e gli architetti?
Duccio Trombadori, critico d’arte, dice: «Per finire l’opera il fantasioso tintore avrebbe dovuto aggiungere un po’ di giallo. Sarebbe stata perfetta: fontana giallorossa, capolavoro del futurismo».
È stata una bravata indolore — afferma Giampiero Mughini, il celebre opinionista — Il futurismo andava contro le grandi istituzioni culturali mummificate e questa è stata un’azione contro la Festa del Cinema. Un gesto divertente, che farà bene anche al suo destinatario, il mio amico Walter Veltroni, che gode ormai di una devozione che a confronto Starace è niente».
E Renato Nicolini, architetto, padre indiscusso dell’Estate Romana, (docente alla mia Facoltà di architettura, “strampalato e tutto un personaggio”, un mondo a sè, con il quale tante volte ci si intratteneva), ricorda: «Questo episodio mi ha fatto tornare indietro al ’67 quando noi della Fgci organizzammo una protesta contro il vicepresidente americano Humphrey e mettemmo l’anilina proprio nella Fontana di Trevi. Una dose omeopatica, in verità, non come quella usata dal neofuturista di venerdì. Mettemmo pure una bandiera del Vietnam sulla cupola di San Pietro e gettammo vernice gialla contro Humphrey all’uscita del Teatro dell’Opera. Veltroni, però, ancora non c’era. Troppo piccolo…».
Il bello di tutto questo è che ora il presunto colpevole nega tutto!
Così dice ai giornalisti che lo hanno intervistato:
Graziano Cecchini, perché l’ha fatto?
“Mica l’ho fatto io”.
Non è credibile: lei è stato ripreso da telecamere.
“Guardi che se fossi stato io non avrei alcun problema a dirlo. Anzi, domani (oggi) alle 10 di mattina darò la mia versione dei fatti assieme al mio avvocato in una conferenza stampa davanti alla questura di Roma”.
Ci sono le immagini che la ritraggono accanto alla fontana mentre versa il liquido rosso.
“Insisto: quello non sono io. È qualcuno che mi somiglia molto….Se fossi stato io continuerei su questa strada, mettendo alla berlina alcuni personaggi, magari versando loro del liquido blu sulla testa”.
Ma ad un certo punto della conversazione con i cronisti, l’accusato si tradisce, forse coscientemente, e ammette: “Chi ha apprezzato il mio gesto è un grande. Tutti mi rifiutano sia a destra che a sinistra. Sono un uomo libero, un artista, un futurista”.
…… uhm…
Mi chiedo: è giusto leggittimare un atto non autorizzato?
E’ giusto che per esprimere la propria artisticità o la propria diversità d’opinione si agisca su un Bene storico proprietà di tutti?
E’giusto agire sull’opera di un altro artista, anche se non è stato un atto permanente?
E’giusto mettersi in evidenza mondiale con azioni di forza come queste?
Possiamo considerate un gesto simile come “arte”? e che tipo di arte? arte moderna?
E’giusto che l’arte abbia dei connotati politici?
Chissà che ne pensa Oceano, il Dio del Mare….
E voi, cosa ne pensate?